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L'ECO
DI
BERGAMO
Gaetano
Pirovano, di
Casirate , è in attività da '57. lavora in
bottega da
quando aveva 11 anni: ci vuole passione per far questo mestiere
"Nessuno
vuol più fare il restauratore di mobili"
CASIRATE "La gente
è cambiata. Io mi sono messo in proprio come
restauratore nel 1957, allora si lavorava soltanto con i signori, i
mobili erano quelli del Seicento e del Settecento. Adesso si vende
anche il Novecento, tante persone arredano la casa con i mobili vecchi.
E a bene si lavora, si restaura tanta roba . Ma adesso tutti se ne
intendono. Vengono, guardano. Hanno fatto un corso per restauro di tre
mesi e allora pontificano, giudicano. Io ho imparato a starmene zitto.
Cosa vuole è soltanto 53 anni che faccio questo mestiere...."
Gaetano pirovano ha cominciato ha lavorare nella bottega di un
restauratore di Treviglio nel 1949, aveva undici anni. Il papa faceva
l'operaio della Baslini e cera da rimboccarsi le maniche per dare una
mano alla famiglia. Lavorare di giorno e magari studiare la sera.
Pirovano ha studiato per cinque anni disegno all'istituto Tommaso
Grossi di Treviglio. Ha imparato il disegno, l'intarsio la
falegnameria nella scia della tradizione trevigliese del mobile d'arte.
Oggi Gaetano
Pirovano è titolare di un impresa
artigiana
di restauro poco distante da casirate che conta venti
dipendenti. Me ne servirebbero di più
-dice
Pirovano- perchè il lavoro non manca . Ma la manodopera non
la
trovi Gli ultimi assunti sono operai extracomunitari, ma francamente
hanno una mentalità diversa dalla nostra e non sempre si
adattano a far questo tipo di lavoro. Ma la gente della nostra terra
sembra non voler più fare questi lavori, i ragazzi diventano
tutti ingegneri e dottori... E' un bel problema. I miei due figli
lavorano tutti e due qui-continua l'artigiano-. Io continuo
l'attività per passione , ormai sono pensionato,
però i
mobili antichi sono stati un po' la mia vita. Ho cominciato a
undici anni e adesso ne ho 64 e sono ancora qui. Ci vuole passione per
fare questo mestiere. Anche se non ho cominciato per passione,
bisognava lavorare, mi hanno detto:" vai a fare il garzone
là".
E io sono andato. Però dopo è stato diverso"
Abitazione, laboratorio e deposito sono a Casirate a due passi dal
confine di Treviglio. Da un lato l'edificio del restauratore,
dall'altro i campi di granoturco. In mezzo la strada dove le automobili
approfittano del rettilineo e sfrecciano senza timidezza. "sono venuto
qua-spiega l'artigiano-dopo qualche anno perchè a Treviglio
non
trovavo il terreno". Oltre che restauratore Pirovano
è stato
anche un grande raccoglitore di mobili antichi: "negli anni Cinquanta
e Sessanta si trovava di tutto. L'Ottocento non era quasi
considerato, ritiravi i mobili senza problemi. Poi le richieste sono
aumentate , i prezzi anche, le cose sono cambiate.Dire che il boom
dell'antico ha cavalcato i vent'anni fra il Settanta e il Novanta; poi
è cominciato un certo declino. Stanno diventando antichi
anche i
mobili degli anni cinquanta."
Nel deposito del restauratore si respira profumo di cera usata per
lucidare questi mobili che hanno servito tante famiglie. Tavoli,
credenze, cassettoni dal Seicento fino agli anni Cinquanta. Pirovano fa
da cicerone spiegando origini e caratteristiche di ciascun pezz. Mobili
inglesi, francesi, italiani: vede prenda il Seicento. Ogni regione,
ogni città italiana aveva le sue caratteristiche. Oggi
invece
sono tutti uguali per tutta Europa, fatti in serie. La credenza
bergamasca del Seicento non è come quella milanese o
novarese.
In che cosa si differenzia? In bergamasca si usavano le foglie d'acanto
sulle catene e cariatedi, il mobile milanese era più liscio.
E
cerano i mobili di campagna e mobili di città... Questo
comò è francese, del 1730. Da che cosa lo
riconosco? A
occhio. Però c'è il fianco panellato con la
cornice
attorno, il cassetto a filo inchiodato sotto, l'innesto fra i legni a
coda di rondine, il tipo di disegno, la patina...Difficile spiegare,
tante cose insieme. Dopo cinquant'anni ho fatto un certo occhio"
PAOLO ARESI
L'ECO DI BERGAMO
pag
25, 15 FEBBRAIO 2003
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